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PG 148 - Pol di Pastrengo

Autore/i della scheda: Costantino Di Sante

Dati sul campo

Comune: Bussolengo

Provincia: Verona

Regione: Veneto

Ubicazione: Pol di Pastrengo - Bussolengo

Tipologia campo: lavoro

Numero convenzionale: 148

Numero di posta militare: 3200

Campo per: truppa

Giuristizione territoriale: XXXV Corpo d’Armata Territoriale

Scalo ferroviario: Verona

Sistemazione: baraccamento

Capacità: 250

In funzione: da 12/1942 al 09/1943

Comando/gestione del campo: Maggiore Aldo Gianni Castelli

Cronologia:
Settembre 1942 iniziano i lavori per la costituzione del campo di lavoro n. 148.
Dicembre 1942 arrivano i primi prigionieri neozelandesi.
Maggio 1943 il Pol di Pastrengo diventa un campo base per vari distaccamenti di lavoro.

Presenza dei prigionieri alleati nel campo di Bussolengo

Data Generali Ufficiali Sottufficiali Truppa TOT
31.12.1942 250 250
31.1.1943       250 250
28.2.1943     2 247 249
31.3.1943     2 247 249
30.4.1943     2 245 247
31.5.1943     2 786 788
30.6.1943   1 10 1257 1268
31.7.1943     10 1257 1267
31.8.1943     10 1258 1268

Storia del campo

Il campo di lavoro di Pol di Pastrengo fu costruito tra il settembre e il dicembre del 1942 in un terreno vicino all’argine del fiume Adige nel comune di Bussolengo. I lavori per la sua realizzazione furono affidati alla Società Idroelettrica Medio Adige (S.I.M.E.).
Verso la metà di dicembre dal campo n. 57 di Gruppignano (UD) arrivarono i primi 250 prigionieri neozelandesi. Divisi in dieci squadre furono impiegati dalla S.I.M.E. per i lavori di costruzione del canale “Biffis” che, sfruttando le acque del fiume, doveva servire un grande impianto idroelettrico. Occupati per sei ore d’inverno e per nove d’estate, soprattutto nei lavori di sterro e di consolidamento dei terrapieni, il trattamento che ricevettero fu più che dignitoso. Le razioni alimentari erano abbondanti, lo spaccio ben servito e i pacchi della Croce rossa arrivavano regolarmente. Alloggiati in baraccamenti in pietra, anche le strutture del campo, a parte alcuni difetti dell’impianto elettrico e del sistema fognario, furono considerate confortevoli dagli ispettori della potenza protettrice.
Non risultano tentativi di fuga, solo uno sciopero da parte di cinque prigionieri che lamentavano il ritardo con il quale ricevevano la posta e i pacchi. Per questo furono rinchiusi per 56 giorni nelle celle di sicurezza. Almeno questo risultava dalla denuncia fatta nel dopoguerra da uno dei prigionieri. Il maggiore Castelli, comandante del campo, fu accusato di generici maltrattamenti, ma il caso fu subito archiviato.
Dal maggio del 1943, il 148 diventa un campo base per i distaccamenti di lavoro agricolo che man mano furono istituiti nel circondario, mentre il numero dei prigionieri supererà le 1.250 unità. Nei mesi successivi i nuclei di lavoro attivi e dipendenti dal campo di Pol di Pastrengo erano ben 16. Questi si trovavano nei comuni di: Montecchia di Corsara (148/I); Lazise (148/II); San Martino Buon Albergo (148/III); Zevio (148/IV); Oppeano (148/V); Bonavigo (148/VI); Angiari (148/VII); Legnago/Vangadizza (148/VIII); Isola della Scala (148/IX-X-XI-XII); Vogasio (148/XIII); Mozzecane (148/XIV).
Dopo l’8 settembre gran parte dei prigionieri riuscirono a scappare e, successivamente, grazie anche all’aiuto da parte di alcuni sorveglianti alcuni di essi raggiunsero il confine con la Svizzera. Questo accadde per esempio ai prigionieri del distaccamento di Angiari dove il responsabile del campo, il tenente Alessandro Benetti, conoscendo la zona, li condusse fino alla frontiera elvetica.
Del luogo dove sorgeva il campo, prima della completa distruzione, per alcuni anni rimase in piedi solo la casa dove erano alloggiati gli ufficiali del corpo di guardia.

Fonti archivistiche

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