La presenza alleata in Italia

Nel 2020 Fondazione San Martino Trust e Istituto nazionale Ferruccio Parri hanno stretto una collaborazione per lavorare sul tema dei prigionieri alleati in Italia. Da questo incontro nasce dunque il progetto di mappatura dei campi di prigionia, che si è però deciso di inserire in una cornice più ampia, che possa mettere a sistema gli studi svolti in passato e proporre nuove evidenze sul tema complessivo della presenza alleata in Italia, dal 1939 al 1947.

I campi

Leggi le schede dei 61 campi di prigionia e dei 6 principali ospedali militari esistenti in Italia

Le storie di fuga

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Gli aiuti

L’aiuto della popolazione ai soldati britannici in fuga: consulta l’elenco e leggi le storie

I campi di prigionia

Tra il 1940 e il 1943 vengono detenuti in Italia circa 70.000 militari facenti parte della coalizione alleata, perlopiù rappresentanti le diverse nazionalità comprese nel Commonwealth, oltre a una minima percentuale di statunitensi. Catturati sui fronti africani e nel Mediterraneo, questi prigionieri sono concentrati sulla penisola dopo un periodo, più o meno lungo, di detenzione in Africa. I campi italiani si distinguono in siti di transito, di concentramento e di lavoro, e sono 61, non tutti entrati e rimasti in funzione contemporaneamente.

I prigionieri in fuga

Nel 1943, dopo l’armistizio dell’8 settembre, migliaia di prigionieri di guerra alleati riescono a fuggire dai campi di internamento italiani, approfittando del caos seguito al crollo del regime fascista. Molti di loro trovano rifugio tra la popolazione civile, che spesso li aiuta a nascondersi e a raggiungere le linee alleate. Le storie di queste fughe raccontano una rete spontanea di solidarietà diffusa, nonostante i rischi di rappresaglie da parte dei nazifascisti.

Un progetto di

Istituto nazionale Ferruccio Parri

Via F. Confalonieri 14, Milano (Italia)
Per saperne di più: www.reteparri.it

Finanziato da

Monte San Martino Trust

Crown Chambers, Bridge St, Salisbury SP1 2LZ (UK)
Per saperne di più: msmtrust.org.uk/

Il progetto ha ricevuto un finanziamento anche da parte della Banca d’Italia.
L’implementazione di 15 storie è stata finanziata grazie al contributo di