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Ospedale Piacenza

Autore/i della scheda: Isabella Insolvibile

Dati sul campo

Comune: Piacenza

Provincia: Piacenza

Regione: Emilia-Romagna

Ubicazione: Collegio Morigi (via Giuseppe Taverna 37), Collegio Alberoni (San Lazzaro) - Piacenza

Tipologia campo: ospedale militare

Campo per: ufficiali - sottufficiali – truppa

Giuristizione territoriale: Difesa Territoriale Milano

Scalo ferroviario: Piacenza

Sistemazione: accantonamento

Capacità: 230 circa

In funzione: da 06/1941 al 08/09/1943

Comando/gestione del campo: magg., poi ten. col. Siro Farina; col. Giuseppe D’Ambrosio (in successione, ma le date non sono note)

Cronologia:
Inizio 1942: i prigionieri alleati sono ricoverati a Piacenza.
Settembre 1943: otto prigionieri indiani, scappati dai tedeschi, sono ricoverati a Piacenza.
8 settembre 1943: i prigionieri ricoverati a Piacenza sono presumibilmente trasferiti in Germania.

Presenza dei prigionieri alleati nel campo di Piacenza

Data Generali Ufficiali Sottufficiali Truppa TOT
1.3.1942   12 10 49 71
1.4.1942   18 12 67 97
1.5.1942   10 3 25 38
1.6.1942   7 2 26 35
1.7.1942   5 26 175 206
1.8.1942   32 30 274 336
1.9.1942   26 21 179 226[1]
30.9.1942   20 14 147 181[2]
31.10.1942   22 16 170 208[3]
30.11.1942   32 20 224 276[4]
31.12.1942   30 18 282 330[5]
31.1.1943   23 17 239 279[6]
28.2.1943   23 14 207 244[7]
31.3.1943   15 12 147 174[8]
30.4.1943   7 12 126 145[9]
31.5.1943   7 12 116 135[10]
[1] Dei quali, 1 soldato statunitense. [2] Dei quali, 1 soldato statunitense. [3] Dei quali, 1 soldato statunitense. [4] Dei quali, 1 soldato statunitense. [5] Dei quali, 6 soldati statunitensi. [6] Dei quali, 6 soldati statunitensi. [7] Dei quali, 6 soldati statunitensi. [8] Dei quali, 5 soldati statunitensi. [9] Dei quali, 2 soldati statunitensi. [10] Dei quali, 2 soldati statunitensi.

Storia del campo

L’ospedale militare di Piacenza viene realizzato in due edifici che ospitavano, precedentemente, dei collegi destinati all’educazione religiosa e al sostegno scolastico. Mentre presso il collegio Alberoni si colloca la struttura principale, che ricovera perlopiù prigionieri balcanici e soldati nazionali, presso il Morigi è istituita una sezione speciale destinata esclusivamente ai soldati alleati e ai casi più gravi, in particolare ai feriti in combattimento. Il secondo collegio aveva già funto da ospedale militare durante la Grande Guerra. Vannucci scrive:

Si può […] affermare che, come nella prima guerra mondiale, a causa della felice posizione geografica e degli ottimi collegamenti ferroviari, Piacenza divenne una vera e propria «città ospedale», servita frequentemente dai treni ospedale che trasportavano ai nosocomi cittadini prigionieri di guerra feriti ed ammalati dalle strutture da campo nord africane […], dalla Grecia, dalla Jugoslavia, ma anche da altri ospedali militari meno capienti o attrezzati come quelli di Bergamo, di Caserta e di Bari. [Vannucci, p. 114]


La struttura ospedaliera accoglie degenti prigionieri fin dal giugno 1941, prima jugoslavi e greci e poi, dal 1942, anche alleati, come si diceva soprattutto al Morigi. I delegati della potenza protettrice e della Croce Rossa Internazionale visitano la struttura ospedaliera piacentina più volte nel corso del 1942 e del 1943, e ne traggono un’ottima impressione. Effettivamente, i degenti sembrano essere ben curati, e di non poco peso è il fatto che il riscaldamento, a Piacenza, funzioni regolarmente. Mancano scorte di vestiario e calzature, e nel tempo anche qui si risente della carenza di medicinali, in particolare del chinino.
Nel settembre del 1943 a Piacenza sono ricoverati otto prigionieri indiani che, già in mano dei tedeschi, erano stati portati a Genova nel luglio precedente per lavorare. Poiché, tuttavia, l’impiego era risultato chiaramente connesso allo sforzo bellico nemico – si trattava del carico di munizioni su imbarcazioni – i soldati avevano rifiutato di svolgerlo ed erano stati severamente malmenati dai loro detentori. Una cinquanta era dunque stata caricati su un treno per essere trasferita in Germania, ma gli otto del Morigi erano riusciti a scappare ma, feriti, erano stati ricoverati.
Con la chiusura delle strutture ospedaliere meridionali, Piacenza accoglie soprattutto degenti provenienti da Caserta e Altamura. La popolazione attribuisce alla presenza dei prigionieri alleati negli ospedali piacentini il fatto che la città, fino all’armistizio (e anzi fino al maggio 1944), sia stata risparmiata dai bombardamenti.
Non si conosce la sorte dei degenti dopo l’8 settembre. È presumibile che siano stati tutti trasferiti in Germania.
Dopo la guerra, i due collegi continuano per anni a fungere da ospedali civili e militari. Nel 1950 riprendono la funzione originaria. Oggi il collegio Alberoni si dedica ancora a essa, ma è anche una sede museale; il collegio Morigi è invece sede e residenza universitaria, pur proseguendo in parte la propria attività di supporto agli studi scolastici e superiori.

Fonti archivistiche

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