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PG 10 - Acquapendente

Autore/i della scheda: Costantino Di Sante

Dati sul campo

Comune: Acquapendente

Provincia: Viterbo

Regione: Lazio

Ubicazione: San Modesto - Acquapendente

Tipologia campo: lavoro

Numero convenzionale: 10

Numero di posta militare: 3300

Campo per: sottufficiali – truppa

Giuristizione territoriale: XVII Corpo d’Armata

Scalo ferroviario: Orvieto e Allerona

Sistemazione: baraccamento

Capacità: 800

In funzione: da 01/1943 al 10/09/1943

Comando/gestione del campo: Colonnello Alfredo Mercurelli (gennaio – settembre 1943)

Cronologia:
Gennaio 1943 iniziano i lavori di costruzione
Luglio 1943 ultimati i lavori del campo per ufficiali
Settembre 1943 tutti i prigionieri riescono a fuggire

Presenza dei prigionieri alleati nel campo di Acquapendente

Data Generali Ufficiali Sottufficiali Truppa TOT
31.1.1943     2 98 100
31.3.1943     2 83 85
30.4.1943     3 97 100
31.5.1943     3 96 99
30.6.1943     5 166 171
31.7.1943         355[1]
31.8.1943     4 212 216
[1] È probabile che il numero comprenda anche alcune decine di ufficiali jugoslavi.

Storia del campo

Il campo di Acquapendente in provincia di Viterbo viene costruito tra gennaio e giugno del 1943 nei pressi del vecchio casale San Modesto del XVIII secolo, che si trova non lontano dal paese. Il progetto per la realizzazione di un campo di concentramento in questo comune era stato preso in considerazione dall’Ufficio prigionieri dello Stato maggiore dell’esercito già un anno prima. I lavori di edificazione inizieranno solo nella prima settimane del gennaio 1943 quando, a seguito dello scioglimento del campo 68 di Vetralla (VT), vi saranno inviati, insieme ad alcuni materiali utili per il nuovo allestimento, un nucleo di 100 prigionieri britannici (54 inglesi, 45 sudafricani “bianchi” e un sudafricano). In precedenza questi prigionieri si erano occupati anche della realizzazione del campo 68.
Nonostante le strutture provvisorie dove i prigionieri erano alloggiati, le condizioni di vita furono accettabili. Diverse lamentele vi erano state in merito ai pacchi che spesso venivano consegnati già depredati dalle guardie e perché, dopo un tentativo di fuga, erano stati sequestrati ai prigionieri tutti gli indumenti non necessari o che potevano essere trasformati in abbigliamento civile.
I lavori di edificazione si protrassero fino al giugno 1943 quando ancora il campo risultava in “approntamento”. Ufficialmente viene aperto dopo la definitiva costruzione delle 18 baracche di legno, con fondamenta in muratura, e di altri fabbricati destinati all’infermeria, alla mensa, allo spaccio, ai magazzini ecc..
La struttura, che da quel momento viene destinata all’internamento degli ufficiali, poteva ospitare dagli 800 e i 1.100 prigionieri. Alla fine dell’agosto 1943 non risultano ufficiali tra i britannici presenti ma solo tra i prigionieri jugoslavi (361 ufficiali, 2 sottufficiali e 85 di truppa).
Dopo l’armistizio, sembra che tutti i prigionieri riuscirono a fuggire prima dell’arrivo dei tedeschi che, nei mesi successivi, utilizzeranno la struttura per concentrarvi le persone catturate durante i rastrellamenti per poi poterle deportare al lavoro coatto nel Terzo Reich.
Oggi nell’area sono ancora visibili alcune delle fondamenta dove erano state edificate le baracche mentre una parte dove sorgeva il campo è stata occupata dal nuovo percorso della strada provinciale n. 50 e dal deposito degli autobus della Cotral SpA.

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