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PG 102 - L’Aquila

Autore/i della scheda: Costantino Di Sante

Dati sul campo

Comune: L'Aquila

Provincia: L'Aquila

Regione: Abruzzo

Ubicazione: Contrada S. Antonio - L'Aquila

Tipologia campo: lavoro

Numero convenzionale: 102

Numero di posta militare: 3300

Campo per: truppa

Giuristizione territoriale: IX Corpo d’Armata

Scalo ferroviario: L'Aquila

Sistemazione: accantonamento

Capacità: 500

In funzione: da 07/1942 al 08/09/1943

Comando/gestione del campo: Capitano Tito Perrone

Cronologia:
12 maggio 1942 la Società Imprese Industriali di Roma richiede allo Stato maggiore dell’esercito la cessione di 500 prigionieri da impiegare nel settore edile
5 luglio 1942 iniziano i lavori di approntamento del campo da parte del Presidio militare dell’Aquila
24 luglio 1942 dal campo n. 78 di Sulmona sono trasferiti 200 prigionieri inglesi
16 marzo 1943 l’organizzazione di un tentativo di fuga viene scoperto dalle guardie

Presenza dei prigionieri alleati nel campo di L'Aquila

Data Generali Ufficiali Sottufficiali Truppa TOT
1.9.1942     13 237 250
30.9.1942     11 239 250
31.12.1942     13 238 250
30.4.1943     10 503 513
31.5.1943     9 710 719
31.6.1943   1[1] 8 709 718
31.8.1943   1[2] 8 703 712
[1] Un ufficiale jugoslavo. [2] Un ufficiale jugoslavo.

Storia del campo

Il campo di lavoro n. 102 dell’Aquila entrerà in funzione il 24 luglio 1942. A quella data 200 prigionieri britannici del campo di Sulmona, furono ceduti alla Società Imprese Industriali di Roma per essere impiegati nella costruzione di alcune casermette. Il campo fu istituito riadattando un ampio stabile in pietra che si trovava in contrada Sant’Antonio. I prigionieri, ospitati in sei dormitori senza riscaldamento, lavoravano nel cantiere sei giorni su sette insieme a lavoratori italiani. A parte la mancata fornitura di abiti e scarpe adatte per svolgere i lavori manuali, il trattamento ad essi riservato fu buono.
La possibilità di poter lavorare insieme a dei civili consentì ad alcuni prigionieri di potersi procurare alcuni oggetti utili per poter tentare la fuga. Alla fine del gennaio 1943, durante una perquisizione negli alloggiamenti del campo, le guardie sequestrarono diverse carte geografiche, bussole, fotografie per realizzare dei falsi documenti, dei soldi e dei cappelli. Un nuovo tentativo di evasione, questa volta attraverso lo scavo di un cunicolo sotterraneo, fu scoperto il 16 marzo seguente. Anche in questo caso il piano di fuga fu escogitato con l’aiuto di alcuni operai italiani presenti nel cantiere. Se non mancarono atti di solidarietà nei confronti dei prigionieri, vi furono anche diverse denunce da parte dei fascisti locali che accusavano i cittadini aquilani di fraternizzare troppo con i prigionieri nemici. Secondo i carabinieri si erano verificati solo alcuni «atti di pietismo», con la cessione di caffè e saponette in cambio di viveri. Alcuni di questi episodi, nonostante fossero state rese più rigide le misure di vigilanza, aumentarono nell’estate del 1943. Questo avvenne sia perché il numero dei prigionieri presenti nel campo di lavoro triplicarono, passando da 250 a oltre 700, sia per l’apertura di un nuovo cantiere denominato «La chioma» nel quartiere Eritrea a Valle Pretare e per l’impiego di 50 prigionieri presso una ditta locale.
Dopo la dichiarazione dell’armistizio, le guardie permisero a tutti i prigionieri del campo di lavoro n. 102 di potersi disperdere nelle vicine colline. Mentre non si hanno notizie certe dell’edificio dove era stato istituito il campo.

Fonti archivistiche

Risorse online

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